Analisi dei punti essenziali di un Progetto di Cardioprotezione
Fino a pochi anni fa si pensava che acquistare un defibrillatore e certificare “qualche persona” all’abilitazione dell’utilizzo del defibrillatore (certificato BLSD accreditato al 118 regionale) equivalesse ad aver effettuato un… progetto di Cardioprotezione a tutti gli effetti. Nel frattempo le norme sono cambiate (vedi Legge Mulè appena entrata in vigore a fine 2021), perchè ci si è resi conto che non basta posizionare un defibrillatore nella portineria di un edificio di 8 piani e formare una persona per piano, ma si deve garantire che non oltre il 5° minuto si abbia una team di risposta all’emergenza che opera, ed un DAE applicato sul soggetto in arresto, per poter dire di aver effettivamente messo in atto un progetto responsivo di cardioprotezione a norma.
Vediamo insieme quali sono i punti focali che chiunque debba affrontare una progettazione deve tenere a mente:
#1- il progetto ha come obiettivo primario quello di proteggere realmente lo stato di salute delle persone e della comunità in caso di arresto cardiaco improvviso (e lo deve dimostrare)
#2- il concetto di “protezione” indica che la risposta in caso di “Arresto Cardiaco” che si è messo in atto, fornisce un reale ed efficiente supporto sanitario alla comunità secondo le linee guida vigenti, che cambiano ogni 5 anni (ILCOR: https://www.ilcor.org)
#3- si dovrà assicurare la comprovata acquisizione di competenze del “first responder team”, tramite un registro di gestione delle scadenze dei certificati, dei consumabili dei defibrillatori e del loro regolare funzionamento e manutenzione (tutto registrato e vidimato)
#4- questo gruppo di persone formate e certificate con brevetto attivo (validità 24 mesi,poi scade e si deve rifare il corso) dovrà essere disponibile in numero congruo 365 giorni all’anno, tenendo conto del deposizionamento (Home working e Smart Working) che molto spesso diminuisce drasticamente il numero di persone abilitate BLSD e presenti in sede ed in grado di intervenire in modo congruo e professionale.
#5- avere certezza che tutto il “first responder team” sia parte di uno schema di comportamento ed algoritmo di azione codificato ed aggiornato regolarmente; pensiamo all’allineamento delle competenze che si è fatto durante il periodo della pandemia (Covid-19) che ha modificato il comportamento dei soccorritori laici e sanitari con un documento del Ministero della Salute del 23 giugno del 2020. Nei non sanitari ha eliminato – per esempio – le ventilazioni di soccorso e molto altro, e si è reso necessario il riallineamento delle competenze anche alle persone che avevano il brevetto ancora non scaduto (perchè magari era passato solo un anno ed avevano ancora 12 mesi di validità) ma hanno dovuto aggiornare lo schema di comportamento del Primo Soccorso Aziendale e delle policy di gestione.
#6- che tutto il personale certificato BLSD abbia effettuato un training di qualità migliorando così non solo le performance, ma anche l’uso della memoria selettiva per risolvere gli episodi di arresto cardiaco improvviso in ambiente lavorativo in modo ottimale.
#7- realizzare uno studio in collaborazione con le risorse umane e il Safe& Security team per pianificare la copertura dei giorni critici e complessi, in cui l’azienda è aperta ma il personale è ridotto: Natale, capodanno, ferragosto, festivi etc etc etc…
#8- un capitolo a parte è lo studio dei modelli da intercettare ed il posizionamento dei defibrillatori, in base ad alcuni irrinunciabili parametri che sono stati importati dagli Stati Uniti, dove già a fine anni ’70 si iniziava a progettare il lavoro del “first responder team” (Seattle ha scritto la storia con il Dott. Leonard Cobb).Vediamo i principali:
A- Studio dei flussi di passaggio dei dipendenti in rapporto ai MQ per avere un Dae e personale formato risposino in pochi minuti (entro il 4° minuto)
B- Studio del piano di posizionamento dei DAE in modo che siano fruibili anch’essi non oltre il 4° minuto
C- Verifica del “timing reale di intervento” in casi di arresto cardiaco
D- verifica della connettività dei DAE per monitoring H24, per evitare malfunzionamenti
E- scelta di DAE di nuova generazione (possibilmente teleconnessi, monitorati da remoto, con IP superiore a 54, capacità di gestione oltre i 230 OHM, pre-caricati, auto-verifica periodica dei circuiti interni e delle piastre nonché della capacità del condensatore di erogare la scarica in modo corretto e nei tempi giusti, scarica incrementale 150,200, in su, etc etc etc…)
F- segnalazione al 118 regionale del posizionamento dei DAE, con relativa denuncia di posizionamento
G– posizionamento della cartellonistica DAE in ogni piano, all’ingresso e anche fuori dal portone principale per indicare ai passanti la presenza di un defibrillatore di pubblica utilità
CONCLUSIONI
Da quanto esposto si può comprendere che soprattutto nelle grandi Aziende con molti dipendenti, lo studio di fattibilità e di progettazione non è banale, e deve essere effettuato esclusivamente da personale con competenze trasversali che non si limitino solo alla vendita di DAE, ma anche alla gestione nel tempo, le denunce al 118, la gestione dei consumabili e delle certificazioni BLSD. Con l’avvento della Legge Mulè, si è fatto un salto quantico, ponendo una chiara responsabilità sul datore di lavoro che dovrà garantire il funzionamento del progetto nei tempi previsti, con il team formato e senza errori dovuti a sottostima di requisiti, dae e personale dedicato. Riveste poi una fondamentale importanza la condivisione del “Piano di Primo Soccorso Aziendale ” con tutti i dipendenti, affinché lo schema di comportamento e di chiamata sia ben noto a tutti. Infatti un grave errore comune è che nei luoghi dove le procedure non sono ben chiare, si possa chiamare – ad esempio – il 118 direttamente dal 5° piano, e senza avvisare il numero interno di emergenza, rendendo fragile così il primo anello della catena del soccorso, che – lo ricordiamo sempre – è tanto più forte quanto è forte il suo anello più debole.
Un progetto di cardioprotezione altamente professionale potrà quindi entrare di diritto anche nell’ area del welfare aziendale, oltre che nella zona di Safe& Security riuscendo così a dare a tutti i dipendenti ed i visitatori la reale e netta sensazione che il valore della vita non sia solo protetto apparentemente, ma che sia una priorità dettata anche da valori etici e di buon senso. Per maggiori approfondimenti:
- https://progetticardioprotezione.com
- Articolo su LinkedIn: Scopri i 13 punti di forza di un progetto complesso di cardioprotezione in azienda.
- Progetto Master di Cardioprotezione presso Ministero della Salute con nuova tecnologia e certificati BLSD Internazionali AHA
Per ricevere maggiori informazioni su come realizzare un progetto di cardioprotezione aziendale, per organizzare corsi per grandi aziende multisedi nazionali (anche con fondi interprofessionali a zerocosto per l’Azienda), come diventare Istruttore ed avviare un Centro di Formazione (accreditato al 118 regionale con American Heart Association) e sulla formazione del team di primo soccorso interno aziendale con rilascio di brevetti Internazionali, è possibile inviare una email o contattare:
Medico Coordinatore attività di formazione BLSD del Ministero della Salute
Scientific Coordinator Pediatric Basic Life Support at UENPS – Union of European Neonatal & Perinatal Societies
Docente di Primo Soccorso Aziendale – BLSD presso il Master settore Sanità Pharma Biomed “24ORE Business School”
Faculty Rianimazione Cardiopolmonare con abilitazione all’uso del defibrillatore BLSD – PBLSD at “American Heart Association”
Coordinatore Commissione Emergenza e Formazione BLSD at OMCEO Ordine Medici ed Odontoiatri di Roma e Provincia
Accreditato presso il SistemaSanitario Regionale ARES – 118
SEDE LEGALE:
Via Emilia, 47 – 00187 Roma
St: 06.420.16.852
Cell: 335.662.0.668
SEDE CORSI :
Hotel Savoy
Via Ludovisi,15 00187 Roma
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